Storia

Il nostro desiderio di ripercorrere la storia del complesso “L’Aia” ci ha portato a scoprire che quanto recentemente ristrutturato con passione e rispetto della tradizione è la parte “colonica” di una dimora storica, denominata “Spedaletto di Uopini”, fatta edificare lungo la via Francigena, (un fascio di strade che collegava, già in epoca medievale, la Francia longobarda con Roma), da Giovanni Colombini, commerciante di tessuti convertitosi in età matura al cattolicesimo, fondatore dell’ordine degli Ingesuati, proclamato beato e protettore dei commercianti senesi subito dopo la sua morte.

Giovanni, rimasto vedovo e senza figli, decide di destinare questa sua proprietà all’accoglienza di viandanti e bisognosi e, proprio a tal fine, vi fa costruire lo spedaletto. Nel 1363 l’ospedale di Siena Santa Maria della Scala lo riceve come donazione e lo amministra per lungo periodo, trasformandolo in luogo di cura per gli infermi.

Un documento del 1440 attesta che lo spedaletto, “luogo di ricovero per pellegrini e viandanti, si compone di otto camere, una stalla e la camera dello spedaliere”.

Viene chiuso con l’editto del 1751 di disciplina degli ospedali toscani del Granduca di Toscana Leopoldo II, che ne sancisce anche la vendita a privati. Nella prima metà dell'ottocento "lo Spedaletto" è acquistato dal pittore Francesco Nenci, che decora personalmente il salone della casa padronale, ispirandosi alla campagna circostante, e l'annessa chiesa di Santa Croce, dove spicca una pregevole pala d’altare. Chiesa e salone sono attualmente visitabili su richiesta. Rileggendone la storia ci piace pensare che il filo rosso che collega gli eventi abbia voluto, in qualche modo, riportare alla sua originaria destinazione, quella dell’accoglienza, questa struttura, sia pure nella “sola” parte “colonica”; immutato resta lo spirito di apertura verso il moderno viaggiatore che, desideroso di visitare Siena, decida di essere nostro ospite.